[St. 43-46] |
libro i. canto xix |
345 |
E la battaglia fiera riguardava,
E chi meglio de il brando se martella;1
E l’uno e l’altro prodo iudicava,
Ma più forte stimava la donzella.
Ecco Antifor de terra se levava
E saliva ben presto in su la sella,
E seco è Galafron col brando in mano:
Verso Marfisa ratti se ne vano.2
Ecco venire Oberto da il Leone
E il forte re Ballan, che alora è gionto,
E il re Adrïano e il franco Chiarïone,
Che tutti quanti arivano ad un ponto:
Ciascadun segue lo re Galafrone.
Tre re, tre cavallier, come io vi conto,
Ne vanno adosso alla dama pregiata,
Che già con Brandimarte era attaccata.
Essa, come un cingial tra can mastini,3
Che intorno se ragira furïoso,
E nel fronte superbo adriccia e crini,
E fa la schiuma al dente sanguinoso;
Sembrano un foco gli occhi piccolini,
Alcia le sete e senza alcun riposo,
La fiera testa fulminando mena;
Chi più se gli avicina, ha magior pena:
Non altramente quella dama altiera
De dritti e de riversi oltra misura
Facea battaglia sì crudele e fiera,
Che a più de un par de lor pose paura.
Già più de trenta sono in una schiera,
Lei contra a tutti combattendo dura;4
Crescono ogniora e già son più de cento:
Contra a questi altri va con ardimento.
- ↑ P. col br.
- ↑ Ml. e Mr. rato; P. ratto.
- ↑ Ml., Mr. e P. come un.
- ↑ T., Ml. e P. contra a.