[St. 19-22] |
libro i. canto xix |
339 |
Per saper tutto il fatto il conte è caldo,
E verso del caval se pone a gire;1
Ma lui, che Orlando cognobbe di saldo,
Gli viene incontra e comincia a nitrire.2
Deh dimme, bon destriero, ove è Ranaldo?
Ove ene il tuo signor? Non mi mentire!
Così diceva Orlando, ma il ronzone
Non puotea dar risposta al suo sermone.
Non avea quel destrier parlare umano,
Benchè fosse per arte fabricato.
Sopra vi monta il senator romano,
Che già l’avea più fiate cavalcato.
Poi che ebbe preso Brigliadoro a mano,
Subitamente uscì fuora del prato,
Et entrò dentro de la selva folta;3
Ma così andando un gran romore ascolta.
Senza dimora atacca Brigliadoro
A un tronco de una quercia ivi vicina.4
Ma voglio che sappiate che coloro
Che entro a quel bosco fan tanta roina,
Son tre giganti; et han molto tesoro,
E sopra de un gambelo una fantina
Tolta per forza a l’Isole Lontane:
Un cavallier con loro era alle mane.5
Quel cavalliero è di soperchia lena,
E per scoder la dama se travaglia.6
Un de’ giganti la donzella mena,
E li altri duo con esso fan battaglia.
Poi vi dirò la cosa integra e piena,
Ma di saperla adesso non ve incaglia;7
Presto ritornarò dove io ve lasso:
Or vo’ contar del campo il gran fraccasso.
- ↑ P. del destrier.
- ↑ T, nierire; Mr. a dire.
- ↑ T., Ml. e P. entrò.
- ↑ T. e Ml. indi.
- ↑ T. e Ml. cavalliero e con loro.
- ↑ Ml., Mr. e P. scoder.
- ↑ T. o Ml. saperla;P. caglia (vien caglia?).