[St. 15-18] |
libro i. canto xviii |
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Mai non fo gionto a così fatto caso,
Come or se trova, il sir de Montealbano.
Getta via il scudo che li era rimaso,
E furïoso mena ad ambe mano:
Benchè il partito vide aspro e malvaso,
Non ha paura quel baron soprano;
Ma con tal furia un colpo a due man serra,
Che tutto il scudo li giettò per terra.
E sopra al braccio manco la percosse,
Sì che li fece abandonar la briglia.
Molto de ciò la dama se commosse,
E prese del gran colpo meraviglia;
Sopra alle staffe presto redricciosse,
Tutta nel viso per furor vermiglia,
Et un gran colpo a quel tempo menava,
Quando Ranaldo l’altro radoppiava.
Perchè ancora esso già non stava a bada,
Anci li rispondeva di bon gioco;
Ora se incontra l’una a l’altra spada,1
E quelle, gionte, se avamparno a foco.
Tagliente è ben ciascuna, e par che rada,2
Ma fie’ l’ultima prova questo loco;3
Fusberta, come un legno, l’altra afferra,
Più de un gran palmo ne gettò per terra.
Quando Marfisa vide che troncata
Era la ponta di sua spada fina,
Che prima fu da lei tanto stimata,
Rimena colpi de molta ruina
Sopra Ranaldo, come disperata;
Ma lui, che del scrimire ha la dottrina,
Con l’occhio aperto al suo ferire attende,
E ben se guarda e da lei se diffende.
- ↑ Ml. e P. e l’altra.
- ↑ Mr. Tagliante.
- ↑ Ml. e P. in questo.