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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Iroldo, come vide il compagnone
Al crudo scontro in su la terra andare,
E tra li armati menarlo pregione,
Corse alla giostra senza dimorare;
E così cadde anco esso dello arcione.
Ora nel terzo più serà che fare;
Se vi piace, Segnor, state ad odire
La fiera mossa e l’aspero colpire.
Una grossa asta portava Marfisa
De osso e de nerbo, troppo smisurata;
Nel scudo azuro aveva per divisa
Una corona in tre parte spezzata;
La cotta d’arme pure a quella guisa,
E la coperta tutta lavorata;
E per cimer ne l’elmo, al sommo loco,1
Un drago verde, che giettava foco.
Era il foco ordinato in tal maniera
Che ardeva con romore e con gran vento;
Quando essa entrava alla battaglia fiera,2
Più gran furor menava e più spavento;
Ogni malia che ha in dosso e ogni lamiera,
Tutti eran fatti per incantamento;
Da capo a piedi per questa armatura
Era diffesa la dama e sicura.
Fu il suo ronzone il più dismisurato
Che giamai producesse la natura:
Era tutto rosigno e saginato,
Con testa e coda et ogni gamba scura;
Benchè non fosse per arte affatato,
Fu di gran possa e fiero oltra a misura.
Sopra di questo la forte regina
Con impeto se mosse e gran roina.
- ↑ Mr. a summo.
- ↑ Mr. e Ml. esso.