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orlando innamorato |
[St. 75-78] |
A questi se voltava Feraguto,1
E non credeti che sia spaventato.
Colui che vien davanti è il più membruto,
E fu chiamato Argesto smisurato;
L’altro nomosse Lampordo il veluto,2
Perchè piloso è tutto in ogni lato;
Urgano il terzo per nome si spande,3
Turlone il quarto, e trenta piedi è grande.
Lampordo nella gionta lanciò un dardo,4
Che se non fosse, come era, fatato,
Al primo colpo il cavallier gagliardo
Morto cadea, da quel dardo passato.
Mai non fu visto can levrer, nè pardo,5
Nè alcun groppo di vento in mar turbato,
Così veloci, nè dal cel saetta,6
Qual Feraguto a far la sua vendetta.
Giunse al gigante in lo destro gallone,
Che tutto lo tagliò, come una pasta,
E rene e ventre, insino al petignone;
Nè de aver fatto il gran colpo li basta,7
Ma mena intorno il brando per ragione,
Perchè ciascun de’ tre forte il contrasta.
L’Argalia solo a lui non dà travaglia,
Ma sta da parte e guarda la battaglia.
Fie’ Feraguto un salto smisurato:
Ben vinti piedi è verso il cel salito;
Sopra de Urgano un tal colpo ha donato,
Che ’l capo insino a i denti gli ha partito.
Ma mentre che era con questo impacciato,
Argesto nella coppa l’ha ferito
D’una mazza ferrata, e tanto il tocca,
Che il sangue gli fa uscir per naso e bocca.
- ↑ P. questo.
- ↑ MI. Lampardo.
- ↑ T. Vigano il terzo; MI. e Mr. Il tercio Vigano.
- ↑ MI. Lampardo.
- ↑ P. leggier.
- ↑ MI., Mr. e P. veloce,
- ↑ P. D’aver.... non.