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294 orlando innamorato [St. 35-38]

35 Sopra alle lancie il Negro se suspese,
     Ma già per questo di colpir non resta;
     Però che il gran martello a due man prese,
     E ferì il Poliferno nella testa,
     E tramortito per terra il distese.
     Poi volta l’altro colpo con tempesta,
     E nel guanciale agionse il forte Uldano,
     Sì che de arcione il fie’ cadere al piano.

36 Quei re distesi rimasero al campo.
     Passa Archiloro e mostra gran prodezza;
     Come un drago infiammato adduce vampo,
     Ed elmi, scudi, maglie e piastre spezza,
     Nè a lui si trova alcun riparo o scampo:
     Tutta la gente occide con fierezza;
     Fugge ciascuno e non lo può soffrire.
     Vede Agricane sua gente fuggire,

37 E volto a Orlando con dolce favella
     Disse: - Deh! cavalliero, in cortesia,
     Se mai nel mondo amasti damisella,
     O se alcuna forse ami tuttavia,
     Io te scongiuro per sua faccia bella,
     (Così la ponga amore in tua balìa!):
     Nostra battaglia lascia nel presente,
     Perch’io doni soccorso alla mia gente.

38 E benchè te più oltra non cognosca
     Se non per cavallier alto e soprano,
     Da or ti dono il gran regno di Mosca,
     Sino al mar di Rossia, che è l’Oceano.
     Il suo re è nello inferno a l’aria fosca:
     Tu ve il mandasti iersira con tua mano;
     Radamanto fo quel, di tanta altura,
     Che col brando partisti alla cintura.

26. T. lieto e sop. — 28. T. locceano. — 29. Mr. e P. omm. è. — 30. MI. ììe il ; Mr. e P. ne 'l.