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orlando innamorato |
[St. 67-70] |
Stava disciolto, senza guardia alcuna,
Ed intorno alla fonte solacciava;
Angelica nel lume della luna,
Quanto potea nascoso, lo amirava;1
Ma poi che fu la notte oscura e bruna,
Nel letto incortinato lo posava.
Essa col suo fratello e coi giganti
Facea la guardia al pavaglion davanti.2
Poco lume mostrava ancor il giorno,3
Che Feraguto armato fu apparito,
E con tanta tempesta suona il corno,
Che par che tutto il mondo sia finito;
Ogni animal che quivi era d’intorno
Fuggìa da quel rumore isbigotito:
Solo Argalia de ciò non ha paura,4
Ma salta in piede e veste l’armatura.
L’elmo affatato il giovanetto franco
Presto se allaccia, e monta in sul corsieri;
La spada ha cinto dal sinistro fianco,5
E scudo e lancia e ciò che fa mistieri.
Rabicano il destrier non mostra stanco,
Anzi va tanto sospeso e leggieri,
Che ne l’arena, dove pone il piede,
Signo di pianta ponto non si vede.6
Con gran voglia lo aspetta Feraguto,
Chè ad ogni amante incresce lo indugiare;7
E però, come prima l’ha veduto,
Non fece già con lui lungo parlare;
Mosso con furia e senza altro saluto,
Con l’asta a resta lo venne a scontrare;
Crede lui certo, e faria sacramento,
Aver la bella dama a suo talento.
- ↑ P. mirava.
- ↑ Mr. paviglion.
- ↑ Mr. alhora il g.
- ↑ P. Sol l’A.
- ↑ T. e MI. sinestro.
- ↑ P. Segno.
- ↑ MI. e Mr. longo.