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286 orlando innamorato [St. 3-6]

         Onde esso al campo, come disperato
     Suonando il corno, pugna dimandava,
     Et avea il conte Orlando disfidato,
     Con ogni cavallier che il seguitava;
     E lui soletto, sì come era, al prato
     Tutti quanti aspettarli se vantava.
     Ma della rocca già se calla il ponte,
     Et esce fuora armato il franco conte.

         Alle sue spalle è Oberto da il Leone
     E Brandimarte, che è fior di prodezza,
     Il re Adrïano e il franco Chiarïone:
     Ciascun quella gran gente più disprezza.
     Angelica se pose ad un balcone,
     Perchè Orlando vedesse sua bellezza;
     E cinque cavallier con l’asta in mano1
     Già son dal monte giù callati al piano.

         Quel re feroce a traverso li guarda:
     Quasi contra a sì pochi andar se sdegna;
     Par che tutta la faccia a foco li arda,
     Tanto ha l’anima altiera de ira pregna.
     Voltasi alquanto a sua gente codarda,
     In cui bontade nè virtù non regna,
     Nè a lor se digna de piegar la faccia,
     Ma con gran voce comanda e minaccia:

         — Non fusse alcun de voi, zentaglia ville,
     Che si movesse già per darmi aiuto!2
     Se ben venisser mille volte mille
     Quanti n’ha ’l mondo, e quanti n’ha già auto,
     Con Ercule e Sanson, Ettor e Achille,
     Ciascun fia da me preso et abattuto;
     E come occisi ho quei cinque gagliardi,
     Ogni om di voi da me poi ben si guardi.

  1. Mr. Et cinque.
  2. Ml. e Mr. movesse per darmi; P. movesse per
    donarmi.