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266 orlando innamorato [St. 55-58]

         Il messagier, che lo vedea nel volto
     Or bianco tutto, or rosso come un foco,
     Ben se serebbe volentier via tolto,
     Chè gionto si vedeva a strano gioco;
     Ma, sendosi Agricane in là rivolto,
     Partisse de nascoso di quel loco.
     Par che il nabisso via fuggendo il mene;
     De altro che rose avea le brache piene.

         Dentro alla rocca ritorna tremando,
     E fece a Trufaldin quella ambasciata.
     Ora torniamo al valoroso Orlando,1
     Che se ne vien con l’ardita brigata.
     E giorno e notte forte cavalcando,
     Sopra de un monte ariva una giornata:
     Dal monte se vedea, senza altro inciampo,2
     La terra tutta e de’ nimici il campo.

         Tanta era quivi la gente infinita,
     E tanti pavaglion, tante bandiere,
     Che Angelica rimase sbigotita,
     Poi che passar convien cotante schiere,
     Prima che nel castel faccia salita.
     Ma quei baron dricciâr le mente altiere,
     E destinarno che la dama vada
     Dentro alla rocca per forza di spada.

         E nulla sapean lor del tradimento,
     Che il falso Trufaldin fatto li avia;
     Ma sopra al monte, con molto ardimento,
     Dànno ordine in qual modo et in qual via
     La dama se conduca a salvamento3
     A mal dispetto di quella zinia.
     Guarniti de tutte arme e’ suo’ destrieri,
     Fan lo consiglio li arditi guerreri.

  1. Ml. e Mr. Hor tornamo; P. Or ritorniamo.
  2. Mr. videa.
  3. Ml. e P. conduca.