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248 orlando innamorato [St. 43-46]

         La dama dice de voler morire
     Più presto che tradire il suo germano;
     Nè per minaccie o per piacevol dire1
     Può far che prenda pur la penna in mano.
     Il re fa incontinente qui venire
     Un tormento aspro, crudo ed inumano,
     Che con ferro affocato e' membri straccia:
     Quella fanciulla prende nella faccia.

         Nella faccia pigliò col ferro ardente:
     Non se lamenta lei, nè getta voce;
     Alla richiesta risponde nïente.
     Quel focoso tormento assai più coce
     Polindo, che vi stava di presente;
     E benchè fosse de animo feroce,
     E de uno alto ardir pieno in veritate,
     Pur cade in terra per molta pietate.2

         Narrava il libro tutte queste cose,
     Ma più destinto, e con altre parole;
     Chè vi erano atti con voci pietose,3
     E quel dolce parlar che usar se suole
     Tra l’anime congionte ed amorose.
     Eravi che Polindo assai se dole
     Più de Albarosa che del proprio male;
     E lei fa del suo amante un altro tale.

         Leggie Ranaldo quella istoria dura,
     E molto pianto da gli occhi li cade;
     Nel viso se conturba sua figura
     Per quell’extremo caso de pietade.
     Una altra fiata sopra al libro giura
     Di vendicar quella aspra crudeltade;
     E torna fuora il cavallier soprano
     Con quel destrier che ha nome Rabicano.

  1. P. minaccia.
  2. T., Ml. e Mr. cade.
  3. Mr. piatose.