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orlando innamorato |
[St. 35-38] |
Polindo il cavallier è nominato,
Albarosa la dama delicata,
Quella de che aggio sopra ragionato
Che amava tanto, et era tanto amata.
Ora quel cavalliero inamorato
Andava alla ventura alcuna fiata,
Cercando e’ regni per ogni confino:
In corte si trovò di Trufaldino.
Era quel re malvaggio e traditore,
Ciascuna cosa sapea simulare:
A Polindo faceva molto onore,
Con gran proferte e cortese parlare;
E prometteli aiuto e gran favore,
Quando Albarosa voglia conquistare.
Diversa cosa è lo amor veramente!
Teme ciascuno, e crede ad ogni gente.
Chi altri mai che Polindo avria creduto
A quel malvaggio mancator di fede,
Che così da ciascuno era tenuto?
Il cavallier nol stima e ciò non crede;
Anzi di avere il proferito aiuto
Sempre procaccia, e mai l’ora non vede
Che Albarosa la bella tenga in braccio;
E de altra cosa non se dona impaccio.
Poi che la dama fu tentata in vano
Che dentro dalla rocca toglia gente,
A Polindo promette e giura in mano
Una notte partirse quietamente;
Al piè del sasso scender gioso al piano,
Et esserli in sua vita obedïente,1
Andar con lui, e far tutte sue voglie:
Esso promette a lei tuorla per moglie.