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238 orlando innamorato [St. 3-6]

3 Di ferro aveva in pugno un gran bastone,
     De fina maglia è tutto quanto armato;
     Da ciascun lato li stava un grifone,
     Alla bocca del sasso incatenato.
     Or, se volete saper la cagione
     Che tenea quivi quel dismisurato,
     Dico che quel gigante in guardia avia
     Quel bon destrier che fu de l’Argalia.

4 Fu il caval fatto per incantamento,
     Perchè di foco e di favilla pura
     Fu finta una cavalla a compimento,
     Benchè sia cosa fuora de natura.
     Questa dapoi se fie’ pregna di vento:
     Nacque il destrier veloce a dismisura,
     Che erba di prato nè biada rodea,
     Ma solamente de aria se pascea.

5 Dentro a quella spelonca era tornato,
     Sì come lo disciolse Ferraguto:
     Però che in quella prima fu creato,
     E chiuso in essa sempre era cresciuto.
     Dapoi, per forza de libro incantato,
     L’Argalia un tempo l’avea posseduto
     Fin che fu vivo; e quello ultimo giorno
     Fece il cavallo al suo loco ritorno.

6 E quel gigante in sua guardia si stava,
     Con fronte altiera, crudo e pertinace;
     E seco due grifoni incatenava,
     Ciascun più ongiuto, orribile e rapace.
     Quella catena a modo se ordinava,
     Che solver li può ben quando a lui piace;
     Ogni grifon di quelli è tanto fiero,
     Che via per l’aria porta un cavalliero.

11. MI. Fufenta; P. Fatta fu. — 26. MI. cruda. — 30. Mr. omm. a-, P. gli piace. — 31. P. tanto' e.