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orlando innamorato |
[St. 87-90] |
Prasildo ne fie’ molta resistenza,[1]
Ma mal se può disdir quel che se vole;
E benchè ciascun stesse in continenza,
Come tra duo cortesi usar se suole,
Pur stette fermo Iroldo alla sua intenza
Sino alla fine, ed in poche parole
Lascia a Prasildo la dama piacente;
Lui de quindi se parte incontinente.
Di Babilonia se volse partire,
Per non tornarvi mai nella sua vita.
Da poi Tisbina se ebbe a resentire,
La cosa seppe, sì come era gita;
E benchè ne sentisse gran martìre,
E fosse alcuna volta tramortita,
Pur cognoscendo che quello era gito
Nè vi è remedio, prese altro partito.
Ciascuna dama è molle e tenerina
Così del corpo come della mente,
E simigliante della fresca brina,
Che non aspetta il caldo al sol lucente.
Tutte siàn fatte come fu Tisbina,[2]
Che non volse battaglia per nïente,
Ma al primo assalto subito se rese,
E per marito il bel Prasildo prese.
Parlava la donzella tutta fiata,
Quando davanti a lor nel bosco folto
Odirno una alta voce e smisurata.[3]
La damigella sbigotita è in volto,[4]
Benchè Ranaldo l’abbia confortata....
Or questo canto è stato lungo molto;
Ma a cui dispiace la sua quantitate,
Lasci una parte, e legga la mitate.
- ↑ P. Pr. fece.
- ↑ T. son; P. siam.
- ↑ P. omm. e.
- ↑ Ml., Mr. e P. nel v.