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orlando innamorato |
[St. 23-26] |
Ma essa col suo amante ha bene inteso
Di quel barone il suo pianto focoso.
Iroldo di pietate è tanto acceso,
Che ne avea il viso tutto lacrimoso;
E con la dama ha già partito preso
Di riparare al caso doloroso.
Essendo Iroldo nascoso rimaso,
Mostra Tisbina agionger quivi a caso.1
Nè mostra avere inteso quei richiami,
Nè che tanto crudel l’abbia nomata;
Ma, vedendol giacer tra i verdi rami,
Quasi smarita alquanto se è firmata.
Poi disse a lui: Prasildo, se tu me ami,
Come già dimostrasti averme amata,
A tal bisogni non me abandonare,2
Perchè altramente io non posso campare.3
E se io non fossi a l’ultimo partito
Insieme della vita e dello onore,
Io non farebbi a te cotale invito,
Chè non è al mondo vergogna maggiore
Che a richieder colui che hai deservito.4
Tu m’hai portato già cotanto amore,
Ed io fui sempre a te tanto spietata;
Ma ancor col tempo te serò ben grata.
Ciò ti prometto su la fede mia,
E già de l’amor mio te fo sicuro,
Pur quel ch’io cheggio da te fatto sia.
Or odi, e non ti para il fatto duro:
Oltra alla selva della Barbaria
È un bel giardino, ed ha di ferro il muro;
In esso intrar si può per quattro porte,
L’una la Vita tien, l’altra la Morte;
- ↑ Ml. e T. a giongier.
- ↑ P. bisogno.
- ↑ P. omm. io.
- ↑ Ml. diservito.