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212 orlando innamorato [St. 47-50]

        Ciò me sentisti ben di sopra dire,
     E come riscontrato ha quella dama,
     Che par che di dolor voglia morire.
     Cortesemente quel baron la chiama,
     E prega lei per ogni suo desire,
     Per quella cosa che più nel mondo ama,
     E per lo Iddio del celo, e per Macone,
     Che del suo dol li dica la cagione.

        Piangendo respondia la sconsolata:
     Io farò tutto il tuo voler compiuto.
     Oh Dio! che al mondo mai non fossi nata,
     Dapoi che ogni mio bene ho io perduto!1
     Tutta la terra cerco, ed ho cercata,
     Nè ancor cercando spero alcuno aiuto;
     Però che ritrovarme è di mestieri
     Un che combatta a nove cavallieri.

        Dicea Ranaldo: Io non mi vo’ dar vanto,
     Già de duo cavallier, non che di nove;
     Ma il tuo dolce parlare e il tuo bel pianto
     Tanta pietate nel petto mi move,
     Che, se io non son bastante a un fatto tanto,
     L’ardir mi basta a voler far le prove;
     Sichè del caso tuo prendi conforto,
     Chè certo o vincer aggio, o serò morto.2

        Disse la dama: A Dio ti racomando!
     Della proferta ti ringrazio assai;
     Ma tu non sei colui ch’io vo cercando,
     Ch’io credo ben che nol trovarò mai.
     Sappi che tra quei nove è il conte Orlando:
     Forse per fama cognosciuto l’hai;
     E gli altri ancor son gente de valore:
     Di questa impresa non avresti onore.

  1. Ml. e Mr. o perduto; P. oggi ho perduto.
  2. T. vincer haggio; Ml., Mr. e P. vinceraggio.