[St. 35-38] |
libro i. canto xi |
209 |
Ora torniamo al potente Agricane,
Che assembra una fortuna di marina.
Il brando sanguinoso ha con due mane:
Mai non fo vista cotanta roina.
Oditi e’ gran lamenti e voce strane,1
Chè tutta è occisa la gente tapina,
Re Sacripante, [e] in letto, con dolore,
Dimanda la cagion di quel romore.
Piangendo un suo scudier li prese a dire:2
Intrato è re Agricane, il maledetto,
Che la citade pone a gran martìre.
Ciò odendo Sacripante, esce del letto.
Ciascun de’ suoi ben lo volea tenire,
Ma lui saltò di fuora al lor dispetto;3
Nè altre arme porta che il sol brando e il scudo,
Vestito di camisa, e il resto nudo.4
E riscontra le schiere spaventate:
Nïun per tema scia quel che se faccia.5
Lui li cridava: Ah gente svergognate!6
Poi che un sol cavallier tutti vi caccia,
Come nel fango non vi sotterrate?
Come osati ad alcun mostrar la faccia?7
Giettati l’arme, e andati alla poltrogna,
Poi non sapeti quel che sia vergogna.
Vedeti come io vado disarmato
E quasi nudo, per avere onore.
Il popol che fuggiva, se è firmato,
Di meraviglia pieno e di stupore:
Ciascuno alle sue spalle è rivoltato,
Perchè la fama del suo gran valore
Era tanto alta, e i fatti a non mentire,
Che a questi spaventati dava ardire.
Boiardo. Orlando innamorato. Vol. I. 14
- ↑ Ml. Odiati e; Mr. Oditti i; T. Oditi e; P. Oditte i.
- ↑ P. il Re.
- ↑ Ml., Mr. e P. a lor.
- ↑ Mr. camisa, il.
- ↑ P. E niun.
- ↑ T. e Mr. omm. li; P. Egli gr.
- ↑ Mr. usati.