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[St. 43-46] libro i. canto x 197

        Or chi potrà la quinta parte dire
     Della battaglia cruda e perigliosa?
     E l’aspro scontro, e il diverso colpire,
     E il crido della gente dolorosa,
     Che d’una e da altra parte hanno a morire?
     Chi mostrarà la terra sanguinosa,
     L’arme suonante e bandiere stracciate,1
     E il campo pien di lancie fraccassate?

        La prima zuffa fu del re Varano,
     Che senza alcun romor sua schiera guida.
     Comandamento fa di mano in mano
     Che pregion non si pigli, e ogni om se occida.
     Fu lo assalto improviso e subitano,
     Il campo tutto A l’arme! a l’arme! crida;
     Chi si diffende, e chi prende armatura,
     Chi se nasconde e fuggie per paura.2

        Ma non bisogna già star troppo a bada,
     Chè li inimici entro alle tende sono;
     Vanno e’ Tartari al taglio de la spada,
     Nè trovan delli Ermeni alcun perdono;
     Per boschi e per campagna, e fuor di strada3
     Fuggie tutta la gente in abandono.
     Ecco la furia adosso più li abonda:
     Gionto è lo imperator de Trebisonda.

       Con la sua gente e Tartari sbaraglia.
     Ora ecco Ungiano, il forte campïone,
     Ch’è gionto con quest’altri alla battaglia;
     E già Torindo e il franco Savarone
     La gente tartaresca abatte e taglia;
     Alla riscossa sta sotto il penone4
     Re Sacripante, e Bordaco è rimaso
     Con Trufaldino, il traditor malvaso.

  1. Mr. arma.
  2. Mr. se nascose e fuggia.
  3. Ml. e Mr. e campagna; P. boschi, per campagne.
  4. Ml. e Mr. sotto il suo; P. A la riscossa, sotto il suo pennone.