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orlando innamorato |
[St. 23-26] |
Eran qui dentro cavallier tre millia,
Dentro alla rocca avea mille pedoni.
La dama con Astolfo se consiglia,
E con li principal de’ soi baroni;
Ed alla fine il partito se piglia
De diffender le mure e’ torrïoni.
La terra è di fortezza sì mirabile,
Che per battaglia al tutto è inexpugnabile.
Delibrâr che la terra se guardasse,
Che per ben quindeci anni era fornita.1
Diceva a loro Astolfo: Se io pensasse
Perdere un giorno qui della mia vita,
Che quei re ad uno ad un non assaggiasse,
Voria che l’alma mia fosse finita;
Ed allo inferno me voglio donare,
Se questo giorno non li faccio armare.
E così detto le sue arme prende,
Sopra Baiardo al campo se abandona;
Dice cose mirabile e stupende,
Da far meravigliare ogni persona.
Forsi ch’io vi farò sficar le tende,2
Soletto come io son! così ragiona.
Nïun non camparà, questo è certano:
Tutti vi voglio occider di mia mano.
Vintidue centenara di migliara
De cavallier avia quel re nel campo;
Turpino è quel che questa cosa nara.3
Astolfo non li estima, e gietta vampo.
Dice il proverbio: Guastando se impara:
Cadde quel giorno Astolfo a tale inciampo,
Che alquanto se mutò de opinïone,
Governandosi poi con più ragione.
- ↑ P. ben per.
- ↑ Ml. Forci; T. Porci.
- ↑ T. narra; P. Cosa non mai udita o si è pur rara.