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orlando innamorato |
[St. 7-10] |
Orlando è ritornato nel giardino,
Avanti a Dragontina è ingenocchiato,
E fa sua scusa con parlar tapino,
Se quell’altro baron non ha pigliato.
Tanto li sta sumesso il paladino,1
Che ad un piccol fantin serìa bastato.
Ora tornamo de Astolfo a contare,
Che de aver drieto Orlando ancor li pare;2
Unde camina continuamente,
E notte e giorno, il cavallier soprano.
Il primo giorno non trovò nïente
Per quel diserto inospite e silvano,
Ma nel secondo vede una gran gente,
Che era attendata sopra di quel piano:
Ad uno araldo Astolfo dimandava
Che gente è questa che quivi accampava.
Lo araldo gli mostrava una bandera,
Che quasi il mezo de il campo tenia,
E dice: Quivi aloggia con sua schera3
Il re de’ re, segnor de Tartaria.
Era quella bandera tutta nera,
Un caval bianco dentro a quella avia,
D’intorno ornato a perle, a zoie e ad oro:
Non avea il mondo più ricco lavoro.4
Quell’altra c’ha il sol d’oro in campo bianco,
È del re de Mongalia, Saritrone,
Che non ha il mondo un baron tanto franco.
Vedi la verde da il bianco leone?
Quella è del smisurato Radamanto,
Che vinti piedi è lungo il campïone,5
E signoreggia sotto tramontana
Mosca la grande e la terra Comana.
- ↑ Ml. si sta.
- ↑ Ml. e Mr. Che haver Orl. dreto: P. Che aver O. dietro.
- ↑ Ml. e P. dicea.
- ↑ P. il più.
- ↑ di Radamanto che non manco Di.