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182 orlando innamorato [St. 67-70]

        Come ha bevuto, perde ogni memoria,
     Tanto che il proprio nome ha smenticato;
     Ma se alcun più superbo, per sua boria,
     Volesse a forza il ponte esser passato,
     Serìa impossibil lu[i] acquistar vittoria,1
     Chè sempre alcun barone appregïato
     Tien quella dama fuora d’intelletto,2
     Per far vendetta d’ogni suo dispetto.

        Con tal parole la dama procura
     Che il suo vïaggio si debba mutare.
     Ciascun de’ cavallier non ha paura,
     Ed ha diletto tal cosa trovare;
     E per veder quella strana ventura,
     De esser là gionti mille anni li pare;
     E cavalcando, vicino alla sera
     Gionsero al ponte sopra alla rivera.

        La damisella ch’era guardïana,
     A loro incontra sopra al ponte è gita,3
     E con gentil sembiante, in voce umana,
     A ber del fiume ciascadun invita.
     Ahi! disse Astolfo. Via, falsa, puttana!4
     Chè l’arte tua malvaggia è pur finita:
     Morir convienti, tientene ben certa,
     Chè la tua fraude al tutto è discoperta.

        La damisella che il parlare intese,
     Lascia cader il cristal che avea in mano.
     Un sì gran foco nel ponte se accese,
     Che il volervi passar serebbe vano.
     L’altra donzella ben quello atto intese,
     Ed ambi i cavallier prese per mano:
     L’altra dama, dico io, di Brandimarte,
     Che scia di questa ogni malizia ed arte.

  1. P. omm. lui.
  2. P. fuor de l’..
  3. T. e Ml. quella.
  4. Ml. Hai; Mr. Habi; T. Disse Astolfo habbi via; P. via, f., p., Che.