[St. 31-34] |
libro i. canto ix |
173 |
Quivi lo lascia, e tra gli altri se caccia,
E sua Fusberta mena con ruina;
Presto a lui sol rimase quella piaccia,1
Via ne fuggia la gente saracina.
Chi senza capo va, chi senza braccia,
Piena è di sangue la piaza meschina.
La vecchia nel palazo era serrata,
E dentro ha con lei molta brigata.2
L’altro gigante ancora è dentro chiuso;
Gionge Ranaldo, e già non sta a guardare;
Rompe la porta e favi entro un gran buso,
Poi con la man la prende a dimenare.
Il gran gigante se vede confuso,
Tema e vergogna il fanno dubitare.
Da capo a piedi egli era tutto armato:3
Apre la porta, e fuora fu saltato.
E nella gionta mostra molto ardire;
Sopra a Ranaldo un gran colpo ha donato.
Ridendo quel baron li prese a dire:
Io son contento di averti onorato.
Il sir de Montealban te fa morire:
Giù nello inferno tu serai lodato;
Chè ben lì trovarai gran compagnia,
Che io lì ho mandato con Fusberta mia.
Così dicendo quel baron valente
Mena un gran colpo fuor de ogni misura,
Fende al gigante il capo insino al dente;
Or fuggon gli altri tutti con paura.
Intra Ranaldo, e occide l’altra gente;
Ma quella vecchia dispietata e scura
Stava assettata sopra de un balcone;
Giù si gettò, come vide il barone.4
- ↑ T. piaza.
- ↑ Ml. la con; Mr. ha con; P. tien con.
- ↑ T., Ml. e P. Da
- ↑ T. Ml. vede.