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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Ella guardava verso la marina,
Verso la terra, per monte e per piano;
Se alcuna nave vede, la meschina,
O scorge vela molto di lontano,
Lei, compiacendo a sè stessa, indivina
Che dentro vi è il segnor di Montealbano;
Se vede in terra bestia, over carretta,
Sopra di quella il suo Ranaldo aspetta.
Ed ecco Malagise a lei ritorna
(E già non ha Ranaldo in compagnia),
Pallido, afflitto e con barba musorna:1
Gli occhi battuti alla terra tenia;
Non ha di drappo la persona adorna,
Ma par che n’esca alor di pregionia.
La dama, che in tal forma l’ebbe scorto,
— Ahimè, cridava, il mio Ranaldo è morto!
— Anzi non è già morto per ancora,
Rispose Malagise alla donzella;
Ma non puotrà già far lunga dimora,
Che non sia occisa la persona fella.
Che maledetto sia quel giorno e l’ora
Che fece una alma sì de amor ribella!
Poi conta tutto a lei, di ponto in ponto,
Come alla rocca crudel l’avea gionto;
E come ad ogni modo vol che ’l mora,
E che quel mostro l’abbia divorato.
Non domandati se la dama acora,
Che quasi il spirto al tutto li è mancato.
Ella parea di vita al tutto fora,
Con gli occhi vòlti e col viso agiacciato;
Ma, poi che fu tornata in suo vigore,
A Malagise disse: Ahi traditore!