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166 orlando innamorato [St. 3-6]

        Ella guardava verso la marina,
     Verso la terra, per monte e per piano;
     Se alcuna nave vede, la meschina,
     O scorge vela molto di lontano,
     Lei, compiacendo a sè stessa, indivina
     Che dentro vi è il segnor di Montealbano;
     Se vede in terra bestia, over carretta,
     Sopra di quella il suo Ranaldo aspetta.

        Ed ecco Malagise a lei ritorna
     (E già non ha Ranaldo in compagnia),
     Pallido, afflitto e con barba musorna:
     Gli occhi battuti alla terra tenia;
     Non ha di drappo la persona adorna,
     Ma par che n’esca alor di pregionia.
     La dama, che in tal forma l’ebbe scorto,
     — Ahimè, cridava, il mio Ranaldo è morto!

        — Anzi non è già morto per ancora,
     Rispose Malagise alla donzella;
     Ma non puotrà già far lunga dimora,
     Che non sia occisa la persona fella.
     Che maledetto sia quel giorno e l’ora
     Che fece una alma sì de amor ribella!
     Poi conta tutto a lei, di ponto in ponto,
     Come alla rocca crudel l’avea gionto;

        E come ad ogni modo vol che ’l mora,
     E che quel mostro l’abbia divorato.
     Non domandati se la dama acora,
     Che quasi il spirto al tutto li è mancato.
     Ella parea di vita al tutto fora,
     Con gli occhi vòlti e col viso agiacciato;
     Ma, poi che fu tornata in suo vigore,
     A Malagise disse: Ahi traditore!

11. T. Ml. e Mr. masorna.