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orlando innamorato |
[St. 7-10] |
In questa logia il cavalliero intrava.
Di belle dame ivi era una adunanza;
Tre cantavano insieme, e una suonava
Uno instrumento fuor de nostra usanza,
Ma dolce molto il cantare acordava;
L’altre poi tutte menano una danza.
Come intrò dentro il cavalliero adorno,
Così danzando lo acerchiarno intorno.
Una di quelle con sembianza umana
Disse: Segnor, le tavole son pose,
E l’ora della cena è proximana.
Così per l’erbe fresche et odorose
Seco il menarno a lato alla fontana,
Sotto un coperto di vermiglie rose:
Quivi è apparato, che nulla vi manca,
Di drappo d’oro e di tovaglia bianca.
Quattro donzelle se fôrno assettate,
E tolsen dentro a lor Ranaldo in megio.1
Ranaldo sta smarito in veritate;
Di grosse perle adorno era il suo segio.
Quivi venner vivande delicate,
Coppe con zoie di mirabil pregio,
Vin di bon gusto e di suave odore:
Servon tre dame a lui con molto onore.
Poi che la cena comincia a finire,
E fôr scoperte le tavole d’oro,
Arpe e lëuti se poterno udire.
A Ranaldo se acosta una di loro,
Basso alla orecchia li comincia a dire:
Questa casa real, questo tesoro
E l’altre cose che non pôi vedere,
Che più son molto, sono a tuo piacere.