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orlando innamorato |
[St. 11-14] |
Parigi risuonava de instromenti,
Di trombe, di tamburi e di campane;
Vedeansi i gran destrier con paramenti,
Con foggie disusate, altiere e strane;
E d’oro e zoie tanti adornamenti,
Che nol potrian contar le voci1 umane;
Però che per gradir lo imperatore
Ciascuno oltra al poter si fece onore.
Già se apressava quel giorno nel quale
Si dovea la gran giostra incominciare,
Quando il re Carlo in abito reale
Alla sua mensa fece convitare
Ciascun signore e baron naturale,
Che venner la sua festa ad onorare;
E fôrno in quel convito li assettati
Vintiduo millia e trenta annumerati.
Re Carlo Magno con faccia ioconda
Sopra una sedia d’ôr tra’ paladini
Se fu posato alla mensa ritonda:
Alla sua fronte fôrno e' Saracini,
Che non volsero usar banco, nè sponda,
Anzi sterno a giacer come mastini
Sopra a tapeti, come è lor usanza,
Sprezando sieco il costume di Franza.
A destra et a sinistra poi ordinate
Fôrno le mense, come il libro pone:
Alla prima le teste coronate,
Uno Anglese, un Lombardo ed un Bertone,
Molto nomati in la Cristianitate,
Otone e Desiderio e Salamone;
E li altri presso a lor di mano in mano,
Secondo il pregio d’ogni re cristiano.
- ↑ Ml. e Mr. voce.