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orlando innamorato |
[St. 59-62] |
E gionto avanti a lui, con viso acerbo
Disse: E’ peccati te han cerchiato in tondo.
Tanto eri altiero e tanto eri superbo,
Che non stimavi tutto quanto il mondo.
Ranaldo e Orlando, che fôr di tal nerbo,
Sempre cercasti di metterli al fondo;
Ecco: usurpato te avevi Baiardo,
Or l’ha acquistato questo re gagliardo.
A torto me ponesti in la pregione,
Per far careze a casa di Magancia:
Or dimanda al tuo conte Ganelone
Che ti conservi nel regno di Francia.
Or non v’è Orlando, fior de ogni barone,
Non v’è Ranaldo, quella franca lancia;
Che se sapesti tal gente tenire,
Non sentiresti mo questo martire.
Io ho donato a Gradasso il ronzone,
E già mi son con lui bene accordato;
Stommi con sieco, e servo da buffone,
Mercè di Gano, che me gli ha lodato:
Scio che li piace mia condizïone.
Ogni om di voi li avrò racomandato:
Lui Carlo Mano vol per ripostieri,1
Danese scalco, e per coquo Olivieri.
Io li ho lodato Gano di Maganza
Per omo forte e digno de alto afare,2
Sì che stimata sia la sua possanza:
Le legne e l’acqua converrà portare.
Tutti voi altri poi, gente di zanza,3
A questi soi baron vi vol donare;
E se a lor serà grata l’arte mia,
Farò che avreti bona compagnia.
- ↑ P. Ei.
- ↑ T. e Ml. degno.
- ↑ Ml., Mr. e P. da zanza.