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142 orlando innamorato [St. 51-54]

        Mena Marsilio e il falso Balugante,
     Insieme Serpentino e Falsirone;
     Mena Grandonio, che è sì gran gigante,
     Che un’altra volta il tratti da castrone;1
     E Ferraguto, che è tanto arrogante:
     Ogni tuo paladino, ogni barone
     Mena con teco, e tutta la tua gente;
     Chè te con tutti non temo nïente.

        Con tal parole Astolfo avea cridato:
     Oh quanto il re Gradasso ne ridia!
     Pur se arma tutto e vassene sul prato,
     Chè de pigliar Baiardo voglia avia.
     Cortesemente Astolfo ha salutato,
     Poi dice: Io non scio già che tu ti sia;
     Io domandai de tua condizïone:
     Gano me dice che tu sei buffone.

        Altri m’ha detto poi che sei segnore
     Leggiadro, largo, nobile e cortese,
     E che sei de ardir pieno e di valore:
     Quel che tu sia, io non faccio contese,
     Anzi sempre ti voglio fare onore;
     Ma questo ti scio ben dirti palese,
     Ch’io vo’ pigliarte, e sii, se vôi, gagliardo:2
     Altro del tuo non voglio, che Baiardo.

       — Ma tu fai senza l’osto la ragione,
     Diceva Astolfo, e convienla riffare;
     Al primo scontro te levo de arcione,
     E, poi che te odo cortese parlare,
     Del tuo non voglio il valor d’un bottone,
     Ma vo’ che ogni pregion m’abbi a donare;
     E te lasciarò andare in Pagania
     Salvo, con tutta la tua compagnia.

  1. Ml. e Mr. tratai; P. trattai.
  2. P. omm. e.