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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
De un’altra uscitte il possente Angelieri,1
Dudon quel forte, che a bontà non mente;
E da Porta Real vien Olivieri,2
E di Bergogna quel Guido possente;
Il duca Naimo e il figlio Belengieri,
Avolio, Otone, Avino, ogniom valente,3
Chi da una porta e chi da l’altra vene,4
Per dare a’ Saracin sconfitta e pene.
Lo imperator, de gli altri più feroce,
Uscitte armato, e guida la sua schiera,
Racomandando a Dio con umil voce
La cità di Parigi, che non piera.
Monaci e preti con reliquie e croce
Vanno de intorno, e fan molte preghera
A Dio e a’ Santi, che diffenda e guardi
Re Carlo Mano e’ soi baron gagliardi.
Ora suona a martello ogni campana,5
Trombe, tamburi, e cridi ismisurati;6
E da ogni parte la gente pagana
Davanti, in mezzo e dietro eno assaltati.
Battaglia non fu mai cotanto strana,
Chè tutti insieme son ramescolati.
Olivier tra la gente saracina
Un fiume par che fenda la marina.
Cavalli e cavallier vanno a traverso,
E questo occide, e quel gietta per terra;
Mena Altachiara a dritto ed a roverso,
Più che mille altri ai Saracin fa guerra:
Non creder che un sol colpo egli abbia perso.
Ecco scontrato fu con Stracciaberra,
Quel negro de India, re di Lucinorco,
C’ha for di bocca il dente come porco.7
- ↑ T. e Mr. uscite, e cosi al v. 10.
- ↑ T. e Ml. viene.
- ↑ T. Avorio; Ml. e Avino.
- ↑ Mr. venne; T. e MI. daltra ne viene.
- ↑ Ml. e Mr. Or sona; P. Or sonava.
- ↑ T., Ml. e P. Trombe, tamburi.
- ↑ P. come un.