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124 orlando innamorato [St. 51-54]

        Vedevasi arivar quivi una nave,
     E un cavalliero uscir di quella fuore,
     Che con bel viso e con parlar suave
     Quella donzella accende del suo amore.
     Essa pareva donarli la chiave,
     Sotto la qual si guarda quel liquore,
     Col qual più fiate quella dama altera
     Tanti baron avea mutati in fera.

        Poi si vedea lei tanto accecata
     Del grande amor che portava al barone,
     Che dalla sua stessa arte era ingannata,
     Bevendo al napo della incantasone;
     Et era in bianca cerva tramutata,
     Et da poi presa in una cacciasone
     (Circella era chiamata quella dama):
     Dolesi quel baron che lei tanto ama.

        Tutta la istoria sua ve era compita,
     Come lui fugge, e lei dama tornava.
     La depintura è sì ricca e polita,
     Che d’ôr tutto il giardino aluminava.
     Il conte, che ha la mente sbigotita,
     Fuor de ogni altro pensier quella mirava.
     Mentre che de sè stesso è tutto fore,
     Sente far nel giardino un gran romore.

        Ma poi vi contarò di passo in passo
     Di quel romore, e chi ne fu cagione.
     Ora voglio tornare al re Gradasso,
     Che tutto armato, come campïone,
     Alla marina giù discese al basso.
     Tutto quel giorno aspetta il fio de Amone:
     Or pensati se il debbe aspettare,
     Chè quel dua millia leghe è longe in mare.

7. P. volte. — T. damma. — 8. P. mutato. — 9. T. e Ml. Poi si vedeva lei. — 16. Ml. Dolise; Mr. Dolisi; T. Dolessi; P. Ulisse. — 18. P. Com'egli f. e dama ella. — 23. P. E mentre di.