Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/126

116 orlando innamorato [St. 19-22]

        Poi che se vidde indarno affaticare,
     Gietta la spada, e con parlare umano
     Comincia ’l cavalliero a confortare:
     Vogli morir, dicea, come cristiano,
     Nè ti voler per questo disperare.
     Abbi speranza nel Segnor soprano,
     Chè, avendo in pacïenzia questa morte,
     Te farà cavallier della sua corte.

        Molte altre cose assai gli sapea dire,
     E tutto il martilogio gli ha contato;
     La pena che ogni Santo ebbe a soffrire:
     Chi crucifixo, e chi fo scorticato.
     Dicea: Figliolo, il te convien morire:
     Abbine Dio del celo ringraziato.
     Rispose Orlando, con parlar modesto:
     Ringraziato sia lui, ma non di questo;

        Perch’io vorrebbi aiuto, e non conforto.
     Mal aggia l’asinel che t’ha portato!
     Se un giovane venìa, non serìa morto:
     Non potea giunger qui più sciagurato.
     Rispose il frate: Ahimè! barone accorto,
     Io vedo ben che tu sei disperato.
     Poi che ti è forza la vita lasciare,
     L’anima pensa, e non l’abbandonare.

        Tu sei barone di tanta presenza,
     E lascite alla morte spaventare?
     Sappi che la divina Provvidenza
     Non abandona chi in lei vol sperare:
     Troppo è dismisurata sua potenza!
     Io di me stesso ti voglio contare,
     Che sempre ho, la mia vita, in Dio sperato:
     Odi da qual fortuna io son campato.

24. P. A l'alma pensa. — 31. T., Ml. e Mr. in lui.