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orlando innamorato |
[St. 75-78] |
Cridando il crudel mostro cade a terra;
Longe d’intorno fu quel crido odito.
Le gambe a Orlando con la coda afferra,
E con le branche il scudo li ha gremito.
Ma presto fu finita questa guerra,
Perchè nel ventre Orlando l’ha ferito;
Poi che de intorno a sè l’ebbe spiccato,
Giù di quel scoglio lo trabucca al prato.[1]
Smonta la ripa e prende il suo destriero,[2]
Forte camina, come inamorato;
E cavalcando li venne in pensiero
De ciò che il mostro l’avea dimandato.[3]
Tornagli a mente il libro del palmiero,
E fra sè disse: Io fui ben smemorato!
Senza battaglia potea satisfare.[4]
Ma così piacque a Dio che avesse andare.
E guardando nel libro, pone cura
Quel che disse la fera indivinare;
Vede il vecchio marino e sua natura,
Che con l’ale che nota, ha passeggiare;[5]
Poi vede che l’umana creatura
In quattro piedi comincia ad andare,
E poi con duo, quando non va carpone;
Tre n’ha poi vecchio, contando il bastone.
Leggendo il libro, gionse a una rivera
De una acqua negra, orribile e profonda.
Passar non puote per nulla maniera,
Chè derupata è l’una e l’altra sponda.[6]
Lui de trovare il varco pur se spera,
E, cavalcando il fiume alla seconda,
Vede un gran ponte e un gigante che guarda:
Vassene Orlando a lui, chè già non tarda.
- ↑ P. Giù de lo scoglio lo trabocca.
- ↑ P. a la.
- ↑ P. gli avea.
- ↑ T., Ml. e P. io potea.
- ↑ T.e Mr. nota a pass.; Ml. ha pass.
- ↑ Ml. e Mr. derrupata, T. deruppata.