Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/114

104 orlando innamorato [St. 59-62]

        Dirotti la cagion perch’io me doglio, -
     Rispose lui, da poi che il vôi sapere.
     Qui drieto a due miglia è uno alto scoglio,
     Che a la tua vista pô chiaro apparere;
     Non a me, che non vedo come io soglio,
     Per pianger molto e per molti anni avere.
     La ripa di quel scoglio è d’erba priva,
     E di colore assembra a fiamma viva.

        Alla sua cima una voce risuona:
     Non se ode al mondo la più spaventosa;
     Ma già non te so dir ciò che ragiona.
     Corre di sotto una acqua furïosa,
     Che cingie il scoglio a guisa di corona.
     Un ponte vi è di pietra tenebrosa,
     Con una porta che assembra a diamante;
     E stavvi sopra armato un gran gigante.

        Un giovanetto mio figliuolo ed io
     Quivi dapresso passavam pur ora;
     E quel gigante maledetto e rio,
     Quasi dir posso ch’io nol vidi ancora,
     Sì de nascoso prese il figliol mio;
     Hassel portato, e credo che il divora.
     La cagion de che io piango, or saverai;
     Per mio consiglio indietro tornarai.

        Pensossi un poco, e poi rispose Orlando:
     Io voglio ad ogni modo avanti andare.
     Disse il palmiero: A Dio ti racomando,
     Tu non debbi aver voglia di campare.
     Ma credi a me, che il ver te dico: quando
     Avrai quel fier gigante a remirare,
     Che tanto è lungo, e sì membruto e grosso,
     Pel non avrai che non ti tremi adosso. -

5. P. veggio, come. — 23. T. saputa hai; Ml. e P. saputo hai. — 26. P. innanti. — 32. Mr. trema.