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[St. 31-34] libro i. canto v 97

        Ma poi che un pezzo indarno ha predicato,
     Disse: Vedi, Ranaldo, e’ si suol dire,
     Ch’altro piacer non s’ha de l’omo ingrato
     Se non buttarli in occhio il ben servire.
     Quasi per te ne l’inferno m’ho dato:
     Tu me vôi far nella pregion morire.
     Guârti da me; ch’io ti farò uno inganno,
     Che ti farà vergogna, e forse danno.

        E, così detto, avante a lui se tolse.
     Subitamente se fo dispartito;1
     E come fo nel loco dove volse
     (Già caminando avea preso il partito),
     Il suo libretto subito disciolse.
     Chiama i demonî il negromante ardito;
     Draginazo e Falsetta trà da banda:
     Agli altri il dipartir presto comanda.2

        Falsetta fa adobar com’uno araldo,3
     Il qual serviva al re Marsilïone.
     L’insegna avea di Spagna quel ribaldo,
     La cotta d’arme, e in mano il suo bastone.
     Va messagiero a nome de Ranaldo,
     E gionse di Gradasso al paviglione,
     E dice a lui che a l’ora de la nona
     Avrà Ranaldo in campo sua persona.

        Gradasso lieto accetta quello invito,
     E d’una coppa d’ôr l’ebbe donato.
     Subito quel demonio è dipartito,
     E tutto da quel che era, è tramutato;
     Le annelle ha ne l’orecchie, e non in dito,
     E molto drappo al capo ha inviluppato,
     La veste lunga e d’ôr tutta vergata;
     E di Gradasso porta l’ambasciata.

Boiardo. Orlando innamorato. Voi. I. 7
  1. P. Subitamente, e.
  2. P. tosto.
  3. T., MI. e Mr. fa dobar.