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del signor montaigne 21

io gli dessi un posto; e però ebbi paura che vagellasse. Anzi, avendogli fatto dolce rimprovero come mai si lasciasse vincere al male, e che tali parole non erano degne del suo senno, non si arrese al primo colpo, ma ripetè con più forza: “Come! fratel mio, come, fratel mio, tu mi neghi un po’ di posto?” Allora io mi sforzati di vincerlo con la ragione, dicendogli che, se egli respirava e parlava, vuol dire che il posto l’aveva “Sì, sì, rispose, del posto ne ho, ma non è quel ch’i’ voglio io: e poi quando s’è detto e detto, io non ho più esistenza.” — “Dio, gli replicai, te ne darà testè una migliore.” — “Oh! se lo facesse subito, fratel mio! rispose egli: è tre giorni che son tutto sossopra per partire.” Fra queste smanie ogni tanto mi chiamava per sentire se ero lì da lui: all’ultimo prese come un po’ di sonno, il che ci confermò nella buona speranza; per forma che, uscendo di camera, andai a rallegrarmene con madamigella de la Boëtie. Ma dopo un’ora o così, nominandomi una o due volte, e tirando con tutta forza il fiato a sè, spirò circa alle tre di mattina, mercoledì 18 di agosto del 1563, dopo aver vissuto 32 anni, 9 mesi e 17 giorni.