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del signor montaigne 17

vele nello stato che mi vedete, avranno appresso di voi più peso e più autorità”. Mio fratello gliene rese efficacissime grazie.

Il lunedì stava sì male, che non gli rimaneva più speranza; tanto che appena mi vide, chiamommi con atto di gran dolore, e mi disse: “Fratel mio, non hai compassione del vedermi tanto soffrire? Non ti sei ancora accorto che tutte le cure tue non fanno altro che allungarmi il dolore.” E subito si svenne, per modo che il lasciavamo per morto; ma poi a forza di vino e d’aceto ritornò. Per altro campò poco più, e udendo i nostri gemiti, ci disse: “Dio mio, che tormento! e perchè mi si turba quel grande e dilettoso riposo che io godo? Andatevene per carità.” E udendo la mia voce, disse: “Ah! ci sei anche tu, eh? Dunque tu non vuoi ch’io guarisca! Oh quale asilo voi mi fate perdere!” Da ultimo, essendosi rimesso anche meglio, chiese un po’ di vino; dal quale sentendosi confortato, mi disse ch’esso era il miglior liquore del mondo. “No, ve’, dissi io, per richiamarlo al proposito, è l’acqua.” “Sì, replicò egli, è il mio ὕδωρ Ἄριστον1. Già egli avea tutte le estremità, ed anche il viso, diacce marmate: gocciolava tutto quanto di un sudore mortale, nè gli si trovavano quasi più i polsi. La mattina si confessò; ma perchè il prete non avea portato il bisognevole, non potè dirgli la messa. Ma la mattina di poi e’ disse che la voleva, perchè l’ajutasse a

  1. Sono parole di Pindaro che suonano: L’acqua è ottima cosa.

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