togli mio fratello che era vero, continuò: “Io vi giuro che fra tutti coloro, che si son messi alla riforma della Chiesa, non ho mai dubitato essercene uno solo, che siacisi messo con migliore e più puro zelo, con più sincera e più intera affezione di voi: e credo di certo, i soli vizj de’ nostri prelati, i quali senza fallo abbisognano di gran correzione, ed anche qualche imperfezione che il corso de’ tempi ha fatto trapelar nella Chiesa, avervi mosso a ciò. Nè io voglio ora rimuovervene, perchè io non prego volentieri nessuno di far checchessìa contro coscienza; ma vo’ bene assennarvi che, per rispetto alla buona riputazione acquistata dalla vostra casa con la continua concordia (casa a me cara quanto veruna altra al mondo: Dio mio, che casa! da cui non è mai uscito un’azione se non di uomo da bene), per rispetto alla volontà di vostro padre, quel buon vecchio a cui tanto dovete, per rispetto del vostro buon zio, de’ vostri fratelli, voi vi cansiate da tali eccessi: non siate sì acerbo e violento: accordatevi con loro: non fate campo e schiera da voi: state uniti. Lo vedete quali rovine hanno partorito al regno simili dissensioni; e vi prometto che gliene partoriranno delle più gravi. E come voi siete buono e saggio, così guardatevi seminar tali guaj anche tra la vostra famiglia, per amor di non farle perdere quella gloria e quella felicità onde ha goduto sin qui. Signor di Beauregard, queste parole pigliatele in buona parte, e come certa prova di amicizia; chè a questo effetto ho aspettato a dirvelo ora; e forse, dicendo-