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al signor montaigne | 9 |
sero il volto alla meglio per un poco; e messici tutti a sedere intorno al letto, egli disse queste parole con faccia tranquilla, e quasi direi tutta lieta: “Moglie mia, zio mio, vi accerto sul mio onore che niun novello assalto della malattía, o sinistra opinione ch’io abbia della mia guarigione, non mi mosse a farvi chiamar qui da me a dirvi quel che ora udirete; perchè, grazie a Dio, sto benino, ed ho buona speranza. Ma avendo imparato da gran tempo, sì per lunga esperienza, e sì per lungo studio, quanto poco c’è da fare insegnamento sulla incoetanza e mutabilità delle cose di quaggiù, e sulla vita altresì, che noi abbiam tanto cara, e pur non è se non fumo e cosa da nulla; e ripensando ancora che in questa malattía mi son veduto così vicino il pericolo di morire; ho pensato di acconciare le cose di famiglia e di sentirne il vostro consiglio.”
E voltosi allo zio: “Voi, mio buon zio, s’io dovessi qui ricordare tutte le grandi obbligazioni ch’io v’ho, mi ci vorrebbe troppo: basta che fino ad ora, dovecchè io sia stato, o con chiunque ne abbia parlato, ho sempre detto che quanto un savio, un ottimo, e un liberalissimo padre può far per un figliuolo, voi lo avete fatto per me, così per le cure che vi ci è voluto a istruirmi nelle buone lettere, come per avermi messo nel corso de’ pubblici uffizj: per modo che tutta quanta la vita mia è stata sempre confortata di abbondantissimi ed efficacissimi segni del bene che mi avete voluto. Insomma tutto quel che ho l’ho avuto da voi, lo