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A perigliosa rissa. Al suol trafitto (54) Euritone cadéo, perchè soverchio Rebbe i vini apprestati. A’ dolci scherzi Atta è la mensa e il viri: s’hai bella voce, Non ricusa cantar; salta s’hai molli E pieghevoli braccia; e finalmente S’hai doti onde piacer, piaci. La vera Ebrietà nuoce, può giovar la fiuta. Balbetti in tronco suon l’astuta lingua. Onde di ciò che tu ragioni, o fai Oltra ’l dovere, il vino sol &* incolpi» Augura alla Padrona ed al Marita Una notte felice; ma per questo Fa tacito nel core apposto voto.

Tolta la mensa, allor che i Convitati Saranno per partir, tra Ior ti mischia;

( La turba e il loco ti daran l’accesso )

A lei che fugge t’avvicina, e il fianco Le premi dolcemente, e il piè col piede ► Abbia ora il conversar libero campo,

E tu lungi, o pudor rustico, vanne,

Che la fortuna e Venere propizj Sono agli audaci. De’ precetti nostri Or l’eloquenza tua non abbisogna; Principia pur, che ben sarai facondo. Imitare il linguaggio dell’amante Debbi, e mostrar d’aver ferito il core;

E onde ti presti fede ogni arte adopra.. Ardua.impresa non è Tesser creduto,.

(54)’ Euritone è quel Centauro, che reso caldo dal’vino y tentò nelle nozze di Piritoo di rapire Ippoda mia: Teseo lo percosse perciò così fortemente, che fiu costretto >. come dice Ovidio nelle Metamorfosi y cu ppmitar V anima e il vino

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