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Finger di dar quel che non desti; spesso Fu deluso così di steril campo 11 credulo Padron. Così, perdendo A perder segue il giocator, nè lascia Per questo il gioco; e il lusinghiero dado Nelle cupide mani agita ognora.

Questa è Timpresa, e qui il valore è posto: Ascolta; senza doni il suo cor tenta La prima-volta, ancor che i doni apprezzi; Se lor liberal ti sia, saralkr ognora.

Vada dunque il tuo foglio, ma vergato Con detti lusinghieri; della Bella La mente esplori, e primo il cammin tenti. Cidippe ingannò un pomo, in cui Fincise(48) Note leggendo, fu di queste preda.

O Giovani romani, io vel consiglio.

Deh coltivate le bell’arti; solo Non utili saran; per la difesa; ’

De* paurosi Rei; ma dalla forza Del facondo parlar, vinta la mano A voi daran col Giudice severo,

Con lo scelto Senato, e il Popol folto Ancor le calte amabili Donzelle.

(48) Da Zea una delle Isole delùdi andò Aconzio in Deio per assistere a’ sacriftcj di Diana, che là si celebravano splendidamente. Ivi ei concepì urt immenso amore per Cidippe y ma non ardiva di chiederla in i$posa. Stette molto tempo dubbioso nello scegliere un mezzo per appagare la sua passione; ma in lui cessarono i dubbj quando intese che vigeva in Deio una legge, per cui restava concluso tutto ciò che si diceva nel tempio di Diana; e però gettò a* piedi della sua Bella un pomo, in cui erano scritti i. versi seguenti. Juro tibi sane per mystica sacra Dianae Me tibi venturam comitem sponsamque futuram:

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