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Or de’Giovani sei, sarai col tempo
L’ornamento miglior de’vecchj Padri.
Vendica offesi i tuoi fratelli, e i dritti1
Del Genitor sostieni: della Patria
E Padre e Difensor l’arme ti cinse;
Ed or che l’inimico i regni invola,2
Cruccioso alla vendetta egli t’invita.
Scellerati di lor saran gli strali,
Pietà e Giustizia i tuoi vessilli, e l’armi
Della causa miglior sostenitrici.

    ta trabea, e assisi sopra i loro cavalli. Ogni cinque anni poi appena giunti al Campidoglio, scendevano da Cavallo, e presolo per mano lo guidavano avanti al Censore ivi assiso sopra una sedia curule; ed egli comandava di ritenere il Cavallo, se bene aveva il Cavaliero adempiuto a’ suoi doveri, e di venderlo, se aveva malamente eseguito le sue incombenze. Leggeva il Censore in tale occasione il catalogo de’ Cavalieri, e si chiamava il Principe de’ Giovani o della Gioventù quello che era da lui nominato il primo; e ciò non perchè fossero attualmente tutti giovani, ma perchè lo furono nella prima istituzione, e perchè l’età giovanile si estendeva presso i Romani fino a quarantacinque anni.
          Principe de’Senatori o del Senato ne’ primi tempi della Repubblica si chiamava quello che il primo tra Senatori viventi era stato Censore, poi quel che dal Censore fosse stato nominato il primo nel leggere il catalogo de’ Senatori, e nell’anno 544. dalla fondazione di Roma quel, che dal Censore era riputato degnissimo.

  1. Pompeo, domato il Re Tigrane, costrinse gli Armeni a ricevere da’ Romani in segno di servitù i Rettori. Si liberarono essi da un tal giogo, ma Cajo li obbligò nuovamente a soffrirlo, e vendicò in tal guisa i dritti d’Augusto, che dal Senato e dal Popolo romano fu per mezzo di Valerio onorato del luminoso titolo di Padre della Patria.
  2. I Parti tentavano di farsi padroni dell’Armenia.