Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
La gargara contrada abbonda in biade,
In uve la metinnia, in pesci il mare,
In augei il bosco, e come nell’ Olimpo
Splendono stelle ; così in Roma ammiransi
Amabili Fanciulle : qui sua sede
Pose del grand’ Enea la bella Madre.
Se a nascente beltà ti porta il genio,
Tenera donzelletta eccoti innante;
Se già formata giovine desideri,
Mille ti piaceranno , e fian costretti
A rimaner sospesi i voti tuoi:
Che se a te figlia più matura e saggia
Piaccia, ne avrai, mel credi, un folto stuolo.
De’ portici pompeiti all’ ombra i lenti 1
Passi rivolgi, allor che Febo i campi
Dall’ erculeo Leon saetta ed.arde,
O a quel che adorno de’ più scelti marmi
Da lontani paesi a noi venuti,
La Madre aggiunsein dono a’don del Figlio.2
Nè quello lascerai, che tragge il nome
Da Livia, ornato delle pinte tele 3
De’ Pittori più celebri ed antichi;
- ↑ Uno de’ più deliziosi Portici di Roma era certamente quel di Pompeo. Giaceva questo in vicinanza del suo Teatro, ei Romani lo frequentavano moltissimo in tempo d’ estate.
- ↑ Augusto sottò il nome d’ Ottavia fabbricò un portico in vicinanza del Teatro da lui dedicato a Marcello figlio della medesima ; e però dice il Poeta, che la Madre, cioè Ottavia , aggiunse il dono del portico al don del figlio, cioè al Teatro a lui innalzato da Augusto.
- ↑ E questo il portico che Livia moglie d’ Augusto fabbricò nella Via sacra ; ne fa menzione Svetonio, e vien riputato da Strabone uno de’ più be’ monumenti di Roma.