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mai) Sua Maestá con la mano li fece segno, e con la voce li disse che si levasse in piedi e che coprisse. Appresso poi comandò Apollo che sopra l’ammissione di Timoteo, conforme al solito costume, corressero i suffragi del senato. I letterati, che in mal credito avevano Timoteo e che però con pessimo occhio l’avevano veduto entrar nella curia, fermamente credettero che con quel straordinario favore fatto ad uomo dal Filelfo tanto smaccato nella riputazione, Sua Maestá avesse voluto far esperienza della fermezza degli animi de’ senatori nel dare i voti loro, e se dalle straordinarie dimostrazioni da lui usate verso soggetto alcuno si lasciavano svolgere; per le quai cose non solo unitamente li diedero la repulsa, ma non pochi furono quelli che, piú di quello che faceva loro bisogno zelanti mostrandosi della pubblica riputazione della gloriosa stanza di Parnaso, liberamente dissero che la segnalata vergogna dal Filelfo fatta a Timoteo non solo ad ognuno apertamente lo faceva conoscere ignorante, ma grandemente garroso: difetto tanto aborrito da Sua Maestá e dal senato virtuoso. — Pessimamente, o miei fedeli letterati — a questi rispose allora Apollo, — voi giudicate questo mio virtuoso, del quale, e ciò sia detto con pace di ognuno, gli occhi miei non mai hanno veduto altro soggetto piú glorioso, e al quale e da me e da voi piú si debba favoritamente conceder la gloria della fama immortale con le prerogative anco piú privilegiate. Oh quanto pregiata, segnalata e immensa fu la gloria, caro Timoteo, che nella perdita della disputa ch’avesti col Filelfo sapesti acquistarti! Quanto da me deve esser ammirata, commendata e premiata! e da questi miei letterati sopra quante azioni virtuose abbiano mai operate gli uomini piú sitibondi della vera gloria deve esser celebrata ! Tu solo fino a questo giorno di oggi, con l’animo tuo religiosissimo, con la costanza del giuramento fatto e con la ferma fede della parola data, hai saputo fare acquisto di quella gloriosa corona di sicuramente mantenere a Iddio e agli uomini quella promessa, che per l’ordinario da prencipi e da privati cosi empiamente vien sempre misurata col solo compasso dell’interesse, che piú non si truova forma di giuramento anco strettissimo,