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magnifico est » (’), e che verissimo era « Maiora credi de absentibus » (2). Questo parer di Tacito, ancorché singolare, da Sua Maestá come migliore fu approvato; onde con le solite solennitadi le istorie settentrionali e quelle della China co’ nomi degli autori loro furono subito consecrate all’immortalitá. È ben vero che ad Olao disse Apollo che in ogni modo moderasse la grandezza di quelle aquile settentrionali, che, facendo preda degli elefanti, li portavano in aere; la quale cosi a lui come al suo letterato collegio tanto pareva sproporzionata, che nemmeno nella bocca dello stesso Plinio sarebbe stata comportabile: e all’autore delle /storie della China disse che ad una credibil misura riducesse l’immensa cittá, metropoli di tanti regni, abitata da molti milioni di uomini; e che particolarmente il palazzo di quel re, di lunghezza di molte miglia, riducesse in forma tale, che Vetruvio non avesse occasione di ridersene con dire che, se quell’edifício cosi era grande come egli aveva scritto, di necessitá faceva bisogno che le sale lunghe fossero mezzo miglio e poco meno le camere: il che essendo vero, la scuola tutta degli architetti gran ragione aveva di dire che, per far con prestezza il debito loro servigio di portar le vivande in tavola calde, i servidori di cosi gran re erano forzati servirlo sempre correndo sui cavalli delle poste.

Dato che fu fine al negocio di questi due, nella curia fu veduto entrare Tomaso Bozio, nobil virtuoso agobbino, nella corte di Roma non meno celebre per la santitá della vita, per la bontá de’ suoi costumi, che famoso per le buone lettere, delle quali a maraviglia era dotato; e per questi rispetti da Apollo e da tutto l’illustrissimo collegio virtuoso con straordinarie dimostrazioni di amore fu veduto e accolto. Questo tanto segnalato soggetto ad Apollo presentò i suoi dottissimi scritti De signis ecclesiae Dei e le altre sue nobilissime fatiche, le quali, tutte dagli eccellentissimi censori sopramodo furono lodate e celebrate. Solo dissero che nel libro De ruinis gentium adversus

(i) Tacito, nella Vita di Agricola. (2) Tacito, libro 11 delle Istorie.

T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - 11.