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tale oscenitá, comandò che fosse riconosciuto. Apollo con la solita sua gravitá modestamente ammoni il censore, che officio degli uomini buoni era di sempre, anco con impropriar le parole, dar buona interpretazione a’ concetti altrui, essendo indizio di animo male affetto sinistramente intender quelle cose che potevano ricevere buon significato; e che colui, che in quel modo aveva parlato, con la severa correzione che aveva fatta agli uomini viziosi della sua patria, anzi aveva meritata la buona grazia de’ giudici, che fosse degno di riprensíon alcuna; che però chi aveva ricevuta la pubblica ammonizione, si correggesse. E questo detto, comandò che alla fedelissima Clomira e al suo innamorato Igeta tra gli altri famosi pastori dell’Arcadia fosse conceduto luogo onorato. Appresso poi il Berni di seno si cavò il mandato speciale di procura, che in sua persona aveva dal Magagnati; e, avendolo consegnato al gran cancelliere delfico, si pose prima ginocchioni, e poi nelle mani di lui a nome del Magagnati diede il giuramento di fedeltá, solito a prestarsi da tutti i letterati che meritevoli sono giudicati della stanza di Parnaso. Onde il. Berni nell’anima del suo principale giurò che cosi come per lo passato egli aveva fatto, cosi anco per l’avvenire mai sempre averebbe continuato di professar con le azioni, di credere col cuore e di confessar con la bocca, che la vera ricchezza degli uomini era il possedere il prezioso tesoro delle scienze: che mai sempre in ogni luogo, in ogni tempo implacabil nemico si sarebbe mostrato degl’ignoranti, prontissimo fautore de’ virtuosi. E questo detto, avanti il Berni si presentò il tesorier generale di Sua Maestá, accompagnato dai piú principali ministri camerali di questo Stato, i quali col mezzo della stipulazione fatta dal gran cancelliere obbligarono il real tesoro delfico di Sua Maestá che, anco quando per incendi, per diluvi o per qualsivoglia altro immaginabil caso le Terze rime piacevoli, la Clomira, la Vita di san Longino, la Vernata, la Meditazion poetica, nobilissimo panegirico del granduca di Toscana Cosimo secondo, e gli altri elegantissimi scritti del virtuoso Girolamo Magagnati si fossero perduti, che Apollo nondimeno col suo real patrimonio sempre viva al mondo.