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cosi pronti e gagliardi aiuti di prencipe straniero, che^ l’assicurino dal non mai poter esser oppresso. Noi, focesi miei, benissimo conosciamo che deboli sono le nostre forze, e che prencipe alcuno non abbiamo che voglia aiutarci ; però a me pazza bestialitá da cavallo par che sia fortemente trovarsi legato al carretto, e con bestiale ostinazione tirar de’ calci nelle ruote, e cosi ruinarsi le gambe. Perché troppo temeraria sciocchezza è commetter quell’eccesso, che seco porta congiunto un certo e crudelissimocastigo. Con molta veritá possiamo dire di esser da’ ministri; camerali, ladroni sitibondi delle facoltadi de’ sudditi, stati assaliti alla strada per rubarci la ricca e preciosa collana di oro, che portiamo al collo, de’ nostri privilegi; essi sono armati della corazza del braccio del prencipe, noi affatto disarmati passaggieri : chi non vede che somma imprudenza è esacerbarli con la resistenza? somma sapienza di buona voglia dar loro la collana per salvar la vita? E gli animi de’ prencipi, nati e lungo tempo nodriti nell’ambizione di regnare, sempre stanno in moto, perpetuamente travagliano, né mai si quietano, fin tanto che non giungono al centro di far sopra i sudditi loro acquisto di tutta la dominazione; e che tutte le cose si sciolgano col vincolomedesimo col quale sono state legate, è trita proposizione, ma molto celebre però in questa nostra occasione: perché, se quello è vero che fa bisogno che confessiamo tutti, che i prencipi, piú constretti da necessitá che mossi da liberalitá, a’ popoli loro concedano privilegio alcuno, chi è quegli che benissimo non conosca che per la stessa necessitá ancora da essi sono mantenuti illesi? e mancando la cagione delle cose, non è noto ad ognuno che in piedi non può sostentarsi l’effetto di esse? La presente aviditá di Apollo di volerne spogliar de’ nostri privilegi non, come ci quereliamo tutti, nasce da discortesia, non da ingratitudine, non da mancanza di fede; ma dalla mutazione deliostato che ha fatta questa afflitta patria nostra. Focide, come ben sapete tutti, confinava prima con gl’ignoranti, capitalissimi nemici di Apollo e de’ suoi virtuosi; e però, conforme il costume de’ popoli confinanti, col dono de’ privilegi, che ora cerchiamo difendere, da Sua Maestá fummo onorati; i quali,.