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reale furono fatti chiamare i triunviri; i quali, molto eccellentemente difendendo la causa loro, dissero che con la lunghezza del tempo chiaramente avevano conosciuto che anco negli animi ben composti e lontanissimi da ogni bruttura scandalo molto maggiore cagionavano certi oscenissimi libri vivi che camminavano per le strade, che forsi non facevano i Macchiavelli, i Bodini, gli Aretini e gli altri brutti scrittori di cose empie, oscene e malediche, che ascosi si trovavano in molte biblioteche: disordine che tanto maggiormente doveva esser corretto, quanto negli animi altrui impression molto maggiore facevano le oscenitadi che si vedevano ne’ vivi, che le bruttezze che si leggevano ne’ morti; gli scritti dannati de’ quali molti non leggevano per quella bontá di animo che in sommo orrore ha le cose bruite, molti per timor dell’ira di Dio e delle pene degli uomini, molti per non aver copia di que’ libri vietati o per mancanza di curiositá o per desiderio di ozio. Ma che gl’idoli, i ruffiani, gli adulatori e gli altri ministri de’ vizi de’ prencipi poco zelanti dell’onor di Dio e della propria loro riputazione, libri vivi scandalosissimi che tutto il giorno si vedevano andar per le strade, anco gli uomini di santissimi costumi contro ogni voglia loro le stesse piú principali feste dell’anno, con tanta alterazion di ogni animo ancorché ben composto, erano forzati leggere, studiare, contemplare e onorare, che faceva bisogno che fosse armato di virtú sopraumana chi per la brutta presenza di uomini tanto fetenti non voleva contaminarsi, scandalizzarsi, sconversarsi.