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di quarant’anni continovi nelle pubbliche scuole di Parnaso lette le morali, da Apollo ottiene l’immunitá; e, delle sue immense facoltadi, di una ricca rendita volendo dotar la cattedra delle morali, da Sua Maestá non gli è conceduto

il poterlo fare Pag. 243

Ragguaglio LXX — Diego Covarruvia, dopo aver per tempo brevissimo con molta sua lode esercitato il carico di tesoriere generale di Sua Maestá, entra nella setta stoica » 245

Ragguaglio LXXI — Cornelio Tacito, per querela datagli da alcuni prencipi grandi per alcuni occhiali politici fabbricati da lui, pregiudicialissimi al loro governo, essendo stato carcerato, da Apollo vien liberato » 247

Ragguaglio LXXII — Molti vetturali, che di contrabando in Parnaso portavano quantitá grande di fave, dagli sbirri di campagna sono fatti prigione » 250

Ragguaglio LXXIII — Seneca in una sua villa posta nel territorio di Gnido avendo fatta compra di quantitá grande di polli, que’ popoli virtuosi vengono in cognizione della vera cagione della novitá di quella incetta » 251

Ragguaglio LXXIV — Il nipote del prencipe de’ laconici ad Apollo chiede conseglio sopra la vita ch’egli doveva tenere in Laconia per starvi con sua maggior riputazione » 252

Ragguaglio LXXV — Isabella di Aragona duchessa di Milano, dalla sua contraria fortuna perpetuamente trovandosi perseguitata, nella cittá di Efeso si riduce in istato infelicissimo . » 255

Ragguaglio LXXVI — Molti letterati, che temono la severitá della riforma la quale di ordine di Apollo modernamente si tratta in Parnaso, sediziosamente si sollevano contro i signori riformatori; e con opportuno rimedio da Sua Maestá vien quietato il rumore » 256

Ragguaglio LXXVII — Molti prencipi, credendo che ’1 disordine delle loro corti abbandonate dai cortigiani proceda dalle maledicenze da Cesare Caporali, poeta perugino, dette nel suo capitolo della Corte, appresso Apollo fanno instanza ch’egli sia proibito; e l’ottengono » 262

Ragguaglio LXXVIII — Il dottissimo Anneo Seneca, vedendo che la riforma, ultimamente da lui fatta sopra la soverchia splendidezza del suo vivere, dall’universale di Parnaso malamente era stata intesa, in un’opera da tutti grandemente lodata distribuisce le sue immense ricchezze » 264

Ragguaglio LXXIX — Alcuni prencipi di Parnaso, per avere in una puzzolentissima mercatanzia consumata somma grande di oro, aggravati da soverchi debiti, sono forzati dechiararsi falliti e assentarsi da Parnaso » 267