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RAGGUAGLI DI PARNASO 32’3

l’hanno sepolta, con un suo santissimo editto avendo il serenissimo Francesco Maria della Rovere comandato che appresso i giudici tutti del suo Stato ad avvocato alcuno in difesa de’ clienti loro non sia lecito addur altro che le leggi stesse, la Chiosa di Accursio, i Comm elitari de’ sommi giureconsulti Bartolo, Baldo, Paolo de Castro, il Giasone; e nelle cose criminali l’Angelo, De’ malefici e alcuni pochi altri. Decreto altrettanto eccellente, quanto senza sparger molta copia di lagrime non posso raccordarmi che ne’ tribunali di tutte le corti le liti cosi bruttamente sieno divenute immortali, che piú litigi si sono trovati, che la stessa anco lunga vita di un uomo non ha potuto veder decisi; e pur ad ognuno è noto che eglino appresso gli stessi turchi, in questo particolare prudentemente senza libri e però ignoranti, in una sola udienza si sarebbono veduti terminati e decisi. A queste cose, dilettissimi miei, aggiungete che quello stesso perniciosissimo morbo dell’eternitá de’ litigi, il quale, con ogni possibil diligenza da’ prencipi timorati di Iddio e innamorati del bene de’ loro popoli, esterminato deverebbe esser dagli Stati loro, per ultima infelicitá del genere umano è divenuto spaventevole e mortai mercanzia di uomini inutili; i quali il sangue piú vitale succhiando degli artefici, degli agricoltori della terra, de’ mercatanti e delle altre genti utili al commercio degli uomini, mentre questi con pubblico danno si veggono consumati, altro piú non si magnifica al mondo che le grosse ereditadi lasciate dagli avvocati, da’ notai, dagli sbirri, da’ procuratori e da’ giudici. — E questo avendo Sua Maestá detto, accompagnato dal numero infinito de’ virtuosi che l’udivano, s’incamminò verso il tempio maggiore di Parnaso; ove giunto, di tutto cuore supplicò la divina Maestá che per universal beneficio al serenissimo Francesco Maria concedesse molti anni di vita, e che di somigliante qualitá di prencipi empisse il mondo, e che i medesimi onorati e santi pensieri, che ne’ suoi felici Stati aveva saputo por in esecuzione cosi saggio prencipe, destasse negli altri potentati della terra. Poiché miseria e afflizione, che anco dagli animi a meraviglia ben composti in modo alcuno non poteva tollerarsi, era il vedere che a tal termine di confusione era stata