conservar la propria, non per occupar l’altrui libertá. Portento
per certo orrendo e spaventevol mostro di natura per le monarchie; percioché qual piú crudele e pernizioso nemico può
provar un prencipe di colui che l’assale con l’arme potentissima
del pretesto di comunicare co’ popoli soggiogati la libertá? Che
con questa sola arme tanto si sono le republiche alemanne dilatate;
e certo con gran ragione, perché non sanno i nostri popoli
uccider quel nemico, che invece di morte, di incendi e di rubbamenti porta loro la libertá, dagli uomini tutti per instinto
di natura tanto amata. Ecco dunque, serenissimi monarchi, che,
come vedete, le republiche alemanne picciole sono in particolare,
ognuna di esse contentandosi della libertá della sua patria: grandi,
anzi immense nell’universale, poiché tutte insieme hanno comunicati gl’interessi della pubblica libertá. Di maniera tale, che
in cosí infernale strumento, in organo tanto diabolico, non può
un prencipe toccar tasto alcuno, che non oda l’orrendo e spaventevole strepito di molte canne che tutte suonano insieme.
Disordine tanto maggiore, quanto, a guisa di contagioso morbo,
di arrabbiato canchero, ogni giorno va serpendo e rodendo nuove
cittá, nuovi popoli; i quali tutti aggregando alla libertá loro,
lo stesso primo giorno dell’acquisto, naturali fanno le nazioni
straniere, cari amici i popoli e le cittadi nemiche: per le quali
cose ragionevolmente può temersi che in progresso di brieve
tempo l’universo tutto sia per appestarsi del morbo di cosí fatto
contagio; pericoli tanto piú spaventevoli in questi infelicissimi
tempi presenti, ne’ quali la libertá delle republiche in tanto pregio,
in cosí gran credito esalila, che gli stessi sudditi nostri non temono
di chiamarla unica felicitá del genere umano: onde accade che
da ognuno (qualora altri speri di poterla ritrovar quieta, e che,
come accade nelle republiche alemanne, permetta che ognuno
in libertá viva con le leggi della sua patria), cosí intensamente
è affettata, che fino col prezzo di grandissima copia di sangue
è comperata. Che se tra gente dissoluta, tra popoli immersi
nella crapula e nella ubriachezza cosí fatto morbo in tempo
tanto brieve ha potuto dilatarsi tanto, che dobbiamo creder noi
ch’egli fosse per fare, se si attaccasse tra le sobrie nazioni