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RAGGUAGLI DI PARNASO 30I

massimo. E mentre Nicolò Perenotto, gran cancellier delfico, stendeva il decreto per stipularlo poi, in mezzo la real sala comparve Mario Molza: poeta di molto grido, ma, per non aver nel capo e nella barba pelo alcuno, fatto molto diforme (oltreché piú mostruoso lo rendeva l’esser senza il naso, pieno di gomme, di croste e di doglie); il quale, col dito mostrando le sue piaghe, con alta voce: — Queste — disse, — o sire, che qui vedete nella mia faccia, sono i nuovi mondi, i nuovi riti e i nuovi costumi degl’indiani; queste le gioie, le perle, le droghe, l’astrologia, le meteore, la cosmografia e i fiumi perenni d’oro, co’ quali questi nuovi e infelicissimi argonauti del malfrancese, che solo per aggiunger burle e derisioni ai nostri danni sono capitati in Parnaso, hanno arricchito ed empiuto il mondo. Questi sono i nuovi medicamenti clie ne hanno portati : appestare il genere umano di un morbo tanto contagioso, cosi crudele e vergognoso, che gran disputa è tra i dotti, s’egli piú deturpi il corpo o svergogni la riputazione. Con queste gioie, delle quali tutta mi vedete bollata la faccia e impiagata la persona, questi temerari hanno abbellito e arricchito il mondo; con queste croste e con queste eterne e crudelissime doglie, e’ ho per tutta la vita, questi implacabili nemici del genere umano hanno corrotta la stessa umana generazione. — Poi, voltatosi il Molza verso il Colombo, cominciò a sciòrsi le brache, quando le serenissime muse, per non contaminare con la vista di qualche cosa oscena i purissimi occhi loro, ai littori comandarono ch’egli fosse impedito. Di che avvedutosi, il Molza: — Io, serenissime dive — esclamò, — in questo augustissimo luogo non mostrerò disonestá, ma calamitadi lagrimevoli e miserie funeste di piaghe, da queste buone persone portate dai loro magnifici mondi nuovi, ignote a tutta la medicina e a tutta la chirurgia passata. E come volete voi, messer Cristofano,^ che gli uomini possano gustare la soavitá degli aromati, che tanto vi gloriate di averne portati dalle Indie, se il malfrancese, col quale tanto soavemente avete profumato il mondo, cosi capitale inimicizia bacon i nasi? Né so vedere con qual faccia possiate dire che Iddio, per premiare i meriti de’ vostri potentissimi regi, in dono abbia conceduto loro il mondo ch’avete scoperto,.