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RAGGUAGLIO LXXXVI

Jl duce della Laconia, per vendicarsi col braccio della giustizia contro un senatore molto principale del suo Stato di alcuni privati disgusti ricevuti da lui, a Flaminio Cartaro, suo giudice criminale, comanda che sopra alcuni capi datili da lui severamente lo processi ; ed egli niega di volerlo ubbidire.

Il duce della Laconia, per vendicarsi di alcuni disgusti che pretendeva di aver ricevuti da un principal senatore del suo Stato, sotto altri pretesti col braccio della giustizia cominciò a travagliarlo; di modo che, avendolo fatto carcerare, a Flaminio Cartaro, eccellente criminalista orvietano, che per giudice criminale lo serviva, comandò che severo processo li formasse contro: e in iscritto alcuni capi li diede, sopra i quali doveva esaminarlo. Il Cartaro, considerata ch’ebbe la qualitá del personaggio contro il quale egli doveva procedere, e i delitti che contro lui si pretendevano, facilmente venne in cognizione che ’1 duce sotto color di giustizia contro quell’uomo segnalato voleva sfogar la rabbia dell’odio suo privato. E perché azione indegna di un suo pari stimò il servir per ministro delle altrui passioni, sapendo che ’1 brutto eccesso di procacciarsi la buona grazia de’ prencipi ingiusti con lo spargimento del sangue degli uomini innocenti in brieve tempo da Iddio e dagli uomini severamente veniva vendicato, piú tosto che con azion alcuna brutta macchiar la sua riputazione, fece quella generosa risoluzione, che da’ giudici, che si truovano in frangenti tali, deve essere immitata: perché di notte essendosi fuggito di Laconia, sei giorni sono giunse a questa corte. Il duce de’ laconici, come prima della fuga e del viaggio tenuto dal Cartaro ebbe notizia, ad Apollo spedi subito due suoi ambasciadori ; i quali appresso Sua Maestá gagliarda istanza hanno fatta che per gravissimi interessi di Stato il Cartaro sotto buona custodia fosse ritenuto e appresso consegnato al prencipe loro. Apollo, che, prima di far deliberazion